Tajani: “Israele ha il diritto di difendersi”. Schlein: “Mai con l’Iran ma Netanyahu va fermato”

"Di fronte a una minaccia nucleare non può esservi alcuna ambiguità: l'Iran non può dotarsi di una bomba atomica. Secondo l'intelligence di Israele Teheran avrebbe potuto avere 10 bombe atomiche entro sei mesi”. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani parla davanti alle commissioni Esteri di Camera e Senato. Al centro della sua audizione-informativa: gli sviluppi della situazione in Iran dopo l'attacco israeliano e la risposta iraniana. Molti i deputati e senatori presenti, tra cui la segretaria del Pd Elly Schlein, compresi i capigruppo di maggioranza. Per il governo, oltre al titolare della Farnesina, sono presenti la ministra delle Riforme Casellati e il titolare della Pubblica amministrazione Zangrillo. Le opposizioni incalzano Tajani e, pur ringraziandolo per la tempestività della sua presenza in Parlamento per fare il punto sulla situazione, chiedono a più riprese quale sia la linea del governo italiano. È con Trump che ha applaudito l'azione di Nethanyahu? È la richiesta reiterata. “Serve la diplomazia, serve la politica. La Costituzione dice che l'Italia ripudia la guerra e il governo allora sia conseguente – commenta la segretaria del Pd, Elly Schlein – Trump doveva risolvere i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente in un giorno e invece ora c'è il rischio che si apra un conflitto globale" chiedendo poi al governo italiano di "non schiacciare il paese sugli umori alterni” del tycoon.
“Israele ha il diritto di proteggersi”Il ministro ripete quanto sostenuto dalla premier Giorgia Meloni: Teheran non può “in alcun caso” dotarsi dell’arma nucleare, ma per scongiurare l’escalation “dobbiamo tenere aperto un canale di dialogo con l’Iran”. Secondo l'intelligence israeliana, spiega il ministro Tajani, "in meno di sei mesi l'Iran avrebbe potuto disporre di dieci bombe atomiche e di oltre duemila missili balistici da lanciare verso Israele e non solo". Si sarebbe trattato di "un quadro assolutamente allarmante, confermato in maniera inequivocabile dal recente rapporto dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica che ha denunciato la violazione dell'Iran degli obblighi sul tema dell'arricchimento dell'uranio. Preoccupazioni condivise con me dallo stesso direttore generale dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il nucleare, Rafal Grossi, con il quale sono in costante contatto e che ho sentito più volte, anche in questi giorni, prima e dopo l'inizio dell'operazione militare israeliana”.
E proprio alla luce delle informazioni di intelligence raccolte dai servizi segreti di Tel Aviv, “Israele ha il diritto di proteggersi”. Quella del programma militare iraniano rappresentava "una minaccia esistenziale imminente per l'intera regione e tutta la comunità internazionale – spiega Tajani – Israele ha diritto a difendersi da un possibile attacco nucleare e l'ho ribadito al presidente israeliano Herzog”. Poco prima, parlando al Tg1 sul programma nucleare dell'Iran, il ministro ha fatto riferimento al rapporto dell'Agenzia delle Nazioni Unite “secondo il quale l'Iran ha violato le regole ed è andato al di là della linea rossa per quanto riguarda la costruzione dell'arma atomica. Quindi le osservazioni israeliane sono assolutamente fondate sulla base di una relazione indipendente che arriva dall'agenzia dell'Onu".
“La guerra minaccia una rotta cruciale per l'Italia”“Questa escalation" tra Israele e Iran, avverte Tajani, "mette nuovamente a rischio la libertà di navigazione, in una rotta marittima cruciale per l'Italia e per il commercio globale. Appare quindi evidente come le implicazioni di un prolungato scontro militare tra Israele e Iran sarebbe di portata estremamente rilevante: le ripercussioni si farebbero sentire non solo sul piano della sicurezza regionale, ma anche su quello economico, energetico, umanitario e migratorio. Per questo il governo italiano è in prima linea per favorire la de-escalation"
“Operazione militare di Israele destinata a durare settimane”Gli attacchi israeliani all'Iran andranno avanti a lungo. Sostiene poi riferendo, a Camera e Senato, anche i contenuti del colloquio con il ministro degli Esteri israeliano Gden Sàar. "L'operazione militare, come spiegato da Sàar appare destinata a durare diversi giorni, se non settimane", aggiunge il vicepremier. Nessuno aveva previsto l'attacco israeliano all'Iran, osserva. Assicurando, inoltre, che gli italiani in Medio Oriente “stanno tutti bene, dopo l'attacco di Israele all'Iran e la rappresaglia di Teheran”. Gli italiani in Medio Oriente, continua il ministro forzista degli Esteri, “sono circa 50.000 di cui 20.000 in Israele e 500 in Iran” e “al momento non ci sono state segnalazioni di situazioni critiche”.
"Sosteniamo i negoziati Usa-Iran”Per Tajani è fondamentale che l'Iran a non interrompa il dialogo con gli Stati Uniti sul suo programma nucleare. "Ora più che mai è fondamentale non recidere il filo del dialogo – dice durante l'audizione a Camera e Senato – L'Italia sostiene il negoziato tra Stati Uniti e Iran. L'obiettivo prioritario continua a essere una soluzione diplomatica della crisi. Ci auguriamo che domani si possa tenere la sesta riunione a Muscat. Invitiamo l'Iran a essere presente in Oman". Il ministro ne ha parlato direttamente con il collega iraniano Abbas Araghchi. "Il dialogo con Teheran è franco e aperto. Ho invitato alla moderazione e chiesto di lavorare per la de-escalation", aggiunge. Insiste: “È il momento di mettere fine all'escalation in Medio Oriente, che si tratti di Iran o Gaza, e di far agire la diplomazia. Il nostro interesse prioritario è garantire la stabilità e la sicurezza in Medio Oriente. Ora più che mai è il momento di riannodare i fili del dialogo. Ne ho parlato poco fa con il ministro degli Esteri egiziano che ha presentato una proposta per Gaza che sosteniamo con grande convinzione – prosegue Tajani – dobbiamo evitare altre tragedie umanitarie". Dunque, ribadisce, "è giunto il momento di negoziare, fermarsi e lasciare che sia la diplomazia a parlare".
Le reazioni“Noi chiediamo al governo italiano di essere conseguente con la nostra Costituzione: frenare l'escalation, favorire la de-escaltion. E solo questo: va fermato Netanyahu – interviene alla Camera, Elly Schlein, segretaria del Partito democratico intervenendo alla Camera – Nessuno nutre simpatia per il regime di Teheran che abbiamo sempre contrastato e continueremo a contrastare supportando l'opposizione iraniana. Il punto è che un'azione unilaterale come quella di Netanyahu rischia di destabilizzare la regione e di delegittimare le sedi negoziali che stavano lavorando per un obiettivo condiviso: che l'Iran non possa avere un'arma nucleare. Con questo attacco unilaterale di Netanyahu si avvia un'escalation che può dar vita a un conflitto globale”, incalza la leader dem. Sempre precisando: “Non permetteremo che l'attacco all'Iran faccia dimenticare Gaza”.
Dopo aver ascoltato il titolare della Farnesina, il primo a intervenire è il responsabile Esteri di Iv Ivan Scalfarotto, che torna a chiedere al ministro "più cautela per il futuro", dopo che alla vigilia dell'attacco israeliano aveva "rassicurato sul fatto che non ci fossero segnali di attacchi imminenti". Benedetto Della Vedova (Più Europa) spiega: "È ovvio che tutti auspichiamo una de-escalation, ma avrei preferito - nell'assenza assordante dell'Unione europea - che Meloni facesse parte del terzetto Macron, Merz e Starmer che sono riusciti a dire almeno due cose nette: che c'è una forte preoccupazione e contrarietà al programma nucleare iraniano e che c'è il diritto all'autodifesa di Israele". Più netto il capogruppo di Azione Matteo Richetti: "Non voglio minimizzare il suo intervento ministro" ma "ha pronunciato 28 volte de-escalation, 18 volte monitoriamo, ma avremmo bisogno ora di parlare di politica estera e dove ci sta mettendo la politica estera di questo Paese. Impediamo - e su questo la sosteniamo tutti - la minaccia nucleare e tutto ciò che il regime vergognoso dell'Iran sta negando, ma con quale strumento? Qual è la posizione del nostro governo? Fa sue le parole di Trump che ha definito eccellente l'attacco di Netanyahu?". Angelo Bonelli di Avs attacca: "Il suo governo insieme a tanti governi in primis Trump hanno lavorato per la delegittimazione degli organismi internazionali, Onu, Cpi e di fronte alla delegittimazione del diritto internazionale vince il più forte" e adesso, di fronte al silenzio dell'Ue, "la politica in Medio Oriente non la fa l'Europa o l'Occidente, la fa solo Netanyahu e lei è il ministro degli Esteri della presa d'atto. Noi abbiamo sempre condannato la dittatura iraniana, non ci sono infingimenti su questo, ma riportiamo la democrazia con le bombe? L'Iraq e l'Afghanistan non hanno insegnato nulla? Lezioni da chi ci dice di essere equidistanti non ne accettiamo e non sono equidistante per nulla rispetto a chi uccide bambini e sta distruggendo Gaza. Riconosco che il governo è impegnato nell'assistenza umanitaria, ma non è che con la mano destra aiutiamo i bambini e poi sosteniamo la politica di Nethanyahu".
Per Francesco Silvestri del M5S i "contenuti" dell'intervento di Tajani "appaiono assai contraddittori: che senso ha venirci a dire che lei sostiene la de-escalation e al tempo stesso sostiene l'azione di Nethanyahu?".
Da Salerno per inaugurare il gazebo contro il riarmo, si fa sentire anche il leader del Movimento Giuseppe Conte: “Stiamo assistendo a un'escalation. Ormai Netanyahu sta riscrivendo il diritto internazionale a suo piacimento, sta realizzando un genocidio a Gaza e, da ultimo, ha attaccato infrastrutture strategiche in Iran. Noi ci chiediamo quale sarà il futuro. Sicuramente - prosegue - rischia di incendiare l'intero Medio Oriente con strascichi e quindi anche con grande pericolo in Europa. L'Europa, intanto, è afona, si divide. Tajani aveva detto che non era previsto un attacco, dopo poche ore è stato smentito. Meloni invece è sempre lì alla ricerca di capire quale sarà la prossima mossa di Trump per schierarsi, ovviamente, a suo favore e a favore degli Stati Uniti", conclude Conte.
"La verità - sostiene l'ex premier - è che l'unica cosa certa è questa corsa al riarmo. Ci vogliono portare anche al 5% con il prossimo vertice della Nato. Per noi significa aumentare sino a quattro volte addirittura gli investimenti e le spese militari".
"E l'unica cosa certa ancora è questa escalation militare, che non porterà assolutamente più sicurezza, ma anzi più insicurezza a tutti i cittadini", conclude Conte.
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